Bistrot 64 – Noda Kotaro Chef
Un angolo gastronomico, caldo e raffinato dove non te l’aspetti.
Un luogo d’incontro, dove il piacere della scoperta e il gusto della tradizione trovano il loro connubio.
La gastronomia d’eccellenza non rinuncia alla comodità e al relax di casaDai piatti ai vini, dalla preparazione all’accoglienza, si può definire un vero e proprio ristorante gourmet ma lontano da qualsiasi forma di rigidità, come se si fosse in un bistrot con la leggerezza dell’informalità ma la qualità della sostanza e non della forma.
Questo e molto di più abbiamo pensato per voi, per il vostro palato e il vostro piacere.
A fare gli onori di casa, Emanuele Cozzo, direttore del locale di via Calderinie Kotaro Noda, chef giapponese.
Emanuele Cozzo
Proprietario di Bistrot64, è soprattutto un giovane chef che ha fatto della sua professione una passione. Esce dalla cucina del suo ristorante per occuparsi a 360° dell’organizzazione dei lavori e degli eventi del locale. Emanuele, molto attaccato alla sua città, Roma, dove ha iniziato il suo percorso gastronomico, non ha esitato a scegliere come compagno di viaggio uno chef giapponese che tanto poteva sembrare lontano dalla cultura del nostro paese ma che invece rispecchia in pieno la sua personalità. La collaborazione con Kotaro Noda nasce proprio dalla comune idea di mantenere nei piatti il ricordo della tradizione regionale unito all’estro della sperimentazione. Amante degli ingredienti “poveri” e rigorosamente di stagione, la semplicità e la sobrietà del suo pensiero si riscontrano nel locale che mantiene un tono essenziale, caldo e raffinato allo stesso tempo. Uno chef imprenditore quindi che con progetti, idee, collaborazioni importanti e formule innovative vuole dimostrare come l’alta cucina può essere alla portata di tutti.Kotaro Noda è tornato a Roma. Dopo aver lasciato il Magnolia, ristorante del Jumeirah Grand Hotel Via Veneto, il quarantenne chef giapponese aveva fatto perdere le sue tracce e si è dedicato alla formazione, la sua. Lo ha fatto in un luogo considerato uno dei templi moderni del cibo: il Noma di Copenaghen. E ora è tornato a Roma. Il frutto di questo periodo di studio viene rip
roposto nella carta di Bistrot 64, la giovane avventura ristorativa avviata da poco meno di un anno da Emanuele Cozzo nel quartiere Flaminio.
Giapponese, con una laurea in marketing, arrivato in Italia 14 anni fa, ha sposato la cucina italiana e la metodica orientale. Una stella Michelin per il suo lavoro presso l’Enoteca La Torre di Viterbo e due forchette nella guida del Gambero Rosso al Magnolia Restaurant, arriva a Bistrot64 per far conoscere la sua cucina e far capire come due culture di alto livello come quella italiana e quella giapponese possono stare benissimo insieme. Qualche particolare della sua terra d’origine lo si può trovare nel trattamento della materia prima o nell’impiattamento, ma nelle sue preparazioni di grandi classici regionali come l’amatriciana, la carbonara o la cacio e pepe, si notano il rispetto e la passione che nutre per il nostro paese. Genio e cretività ma anche amante della semplicità, Kotaro Noda riunisce nei suoi piatti colori, profumi e sapori della nostra terra, con la raffinatezza delle tecniche della cucina giapponese.
Noda:
“Ho avuto il primo contatto con la cucina italiana in Giappone”, ha raccontato lo chef a Gambero Rosso. “Ho lavorato al ristorante di Gualtiero Marchesi a Kobe. È lì che ho deciso che sarei dovuto venire in Italia. Tra le varie esperienze che ho avuto, forse la più significativa è stata quella di Viterbo. A Enoteca La Torre ho capito che non dovevo concentrarmi troppo sulla tecnica e che era importante lavorare sulla materia prima. Il viterbese è una zona eccezionale in questo senso, si trovano ingredienti di qualità ovunque ed è bello lavorare con questo tipo di materie”. Nella carta di Bistrot 64 non si trova, infatti, il solito connubio chef giapponese – sushi e sashimi, ma hamburger con ventricina di coniglio, lombrichelli all’astice o wurstel di pollo. Ovviamente non nelle classiche declinazioni. “Nei miei piatti c’è spesso una contaminazione viterbese a cui si aggiunge quello che ho imparato al Noma. A Copenaghen ho seguito due mesi di stage che sono stati per me estremamente interessanti. Quell’esperienza si è aggiunta al mio bagaglio e ora sono più ricco. Ma l’Italia è troppo bella, in particolar modo il centro, ed è qui che voglio lavorare”. E al bistrot di Emanuele Cozzo ha la possibilità di fare lo chef così come vuole. Quando i piatti dei menu degustazione escono dalle cucine è direttamente Kotaro Noda a servirli e presentarli. Uno chef da sala che ama il contatto con il cliente e si preoccupa della sua soddisfazione.
Giapponese, con una laurea in marketing, arrivato in Italia 14 anni fa, ha “sposato” la cucina italiana e la metodica orientale. Una stella Michelin per il suo lavoro presso l’ “Enoteca La Torre” di Viterbo e due forchette nella guida del Gambero Rosso al Magnolia Restaurant.
Arriva a “Bistrot64″ per far conoscere la sua cucina e far capire come due culture di alto livello – quella italiana e quella giapponese – possono stare benissimo insieme.
Qualche particolare della sua terra d’origine lo si può trovare nel trattamento della materia prima o nell’impiattamento, ma nelle sue preparazioni di grandi classici regionali come l’amatriciana, la carbonara o la cacio e pepe, si notano il rispetto e la passione che nutre per l’Italia.
Genio e creatività, ma anche amore per la semplicità: Kotaro Noda unisce nei suoi piatti colori, profumi e sapori della nostra terra, alla raffinatezza delle tecniche della cucina giapponese.