Il Tino – Daniele Usai Chef

Tino al Quarantunododici nel Nautilus di Fiumicino

Dopo 10 anni Il Tino di Ostia si sposta. Pochi chilometri a nord, a ingrossare le fila della nouvelle vague gastronomica di Fiumicino, con un nuovo, ambizioso progetto che include bistro, spazio eventi, ristorante gourmet e centro benessere.

“Dopo 10 anni di attività continuativa nella sede di via dei Lucilii ad Ostia, il Tino si trasferisce in via Monte Cadria 127 a Fiumicino, in una location molto più ampia e dall’offerta poliedrica. Nonostante i traguardi raggiunti nella vecchia sede, l’obiettivo adesso è di assecondare nuovi stimoli, più ambiziosi. Vogliamo metterci alla prova in un contesto inedito che è comunque simbolicamente vicino, a pochi km, rispetto alla location attuale”. Con queste parole, segnate da un pizzico di malinconia per la fine di un capitolo lavorativo, Daniele Usai del ristorante Il Tino di Ostia ci racconta in anteprima la nuova avventura nel cantiere nautico Nautilus Marina di Fiumicino: un progetto che partirà nel mese di maggio 2016, circa un mese dalla chiusura della vecchia sede del Tino.

“Abbiamo fatto questa scelta perché vorremmo continuare il nostro percorso di crescita, per dare un’esperienza sempre migliore agli ospiti che si siedono alla nostra tavola” prosegue a raccontare Usai, mentre ci mostra gli spazi ancora con i lavori in corso “Il nuovo Complesso si chiamerà Quarantunododici, che è la rotta nautica per arrivare a destinazione. All’interno di questa struttura ci sarà, al secondo piano, uno spazio separato architettonicamente che ospiterà il nuovo Tino, pronto per consolidare i successi raggiunti ad Ostia e se possibile alzare l’asticella della cucina che si sentiva un po’ soffocata negli spazi di prima”.

La location de Il Tino è all’interno del cantiere Nautilus Marina (via Monte Cadria, 127 – tel. 065622778) e l’ampia vetrata consente di pranzare con vista sul molo fluviale di le imbarcazioni.

All’interno, uno spazio unico essenziale, curato e luminoso, dove è il materiale ligneo a dominare la scena: dal pavimento a listarelle bianche, ai tavoli quadrati in tono verde acqua, fino al soffitto a cassettoni. Lode al servizio in sala, davvero professionale, premuroso e assai cortese.
A pranzo non ci sono piatti “gourmand”, ma l’abilità e la bravura dello chef Daniele Usai, oggi da solo al timone dopo l’uscita di scena di Claudio Bronzi, escono prepotentemente anche nella rinnovata proposta di mezzogiorno, che non risulta mai banale. Due i capisaldi: materie prime fresche e di primissima qualità, stagionalità dei prodotti. Pane, pasta e dolci fatti rigorosamente in casa.
Lele Usai

Nato ad Ostia Lido nel 1977, Lele Usai è stato, fin da piccolo, affascinato dalla cucina, avendo avuto come prime maestre nonna e madre, entrambe cuoche eccelse.
Ha mosso i suoi primi passi nelle cucine di alcuni ristoranti locali, mentre terminava gli studi di ragioneria. Appena finita la scuola si è trasferito a Londra dove ha avuto la fortuna di passare un anno nella cucina di Antonio Carluccio al “Neal street restaurant”.
Tornato in Italia, Lele Usai ha lavorato per tre anni al “Dukes” di Roma, dove ha appreso molto per quanto riguarda la gestione di una cucina, e dove ha conosciuto Claudio Bronzi, suo attuale socio al Tino.
Terminata l’esperienza del Dukes, Lele la sua voglia di crescere tecnicamente lo ha spinto ad esplorare nuove cucine e sapori. Tra le sue varie esperienze, le più significative sono state i due anni passati alle “Terrazze dell’hotel Eden” con lo chef Enrico Derflingher e lo stage all’“Albereta” di Gualtiero Marchesi.
Durante tutto questo periodo, quando poteva, ha dedicato tempo frequentando corsi specifici di formazione presso alcune scuole di cucina come “L’Etoile” di Chioggia, ed ha conseguito il diploma da Sommelier all’AIS di Roma.
Nel 2006 Lele Usai e Claudio Bronzi hanno iniziato una nuova avventura aprendo un’attività propria: il ristorante Il Tino di Ostia.
Nel 2011 lo chef romano entra a far parte dell associazione JRE Italia.
Il suo ultimo traguardo raggiunto: una meritatissima Stella Michelin nella guida 2015.